Condotti da Micaela Ponti Guttieres
Sabato 4 marzo 2017 presso Atelier Roda Rummet, Via II Androna 9, Sabato 18 Marzo 2017 ORE 15-17 presso Fondazione Caritro, Via Calepina 1, Trento
In collaborazione con Jonas Trento
Le parole teoria e teatro hanno una comune radice etimologica nell’atto della visione. Fin dalle loro origini, la filosofia e le arti figurative non cessano di porre la domanda: che cosa significa vedere? Vorrei dunque partire da una condizione di ignoranza. O meglio, consapevole che questa condizione sia impossibile, muoverci nella direzione del domandare, e dunque dell’ignorare ciò che si sa. Non verrà offerta alcuna tecnica né impartito alcun insegnamento. Si cercherà di creare le condizioni minime per fare emergere quel dislivello tra percezione e coscienza, tra visione e significazione, che generalmente passa inosservato. La vista è innanzitutto il senso dello spettacolo, una condizione per cui qualcosa si da in pasto allo sguardo. La non coincidenza tra l’occhio come organo sensoriale e lo sguardo come atto o evento, comporta che quest’ultimo, pur appartenendo pienamente al visivo, diventi esplicito solo in casi particolari. Alcuni di questi casi si trovano nell’anamorfosi pittorica o nel cinema, quando, tra il punto di vista dello spettatore e il dispositivo, compare qualcosa che ci interroga su cosa sia guardare al di là dei nostri occhi. Al di là dei nostri occhi, – afferma Lacan – lo sguardo come oggetto è ciò che ci include nello spettacolo del mondo.
- Lo sguardo in relazione allo spazio. Figura-sfondo, la drammaturgia degli oggetti
- Lo sguardo in relazione al tempo. Il momento opportuno (kairos), la drammaturgia dell’azione
- Lo sguardo senza la vista. Esplorazioni nel buio, cecità, assenza di paragoni
- Lo sguardo senza identità. Esplorazioni con la maschera neutra, doppi, mimetismi, metamorfosi
- Lo sguardo senza oggetto. Esplorazioni della memoria visiva, presenze di ciò che è assente
- Lo sguardo senza soggetto. Esperimenti con il video e la fotografia